La missione archeologica spagnola, guidata da José Galan, che da anni scava e studia il complesso sepolcrale di Djehuty a Dra Abu el-Naga (Tebe Ovest), ha da pochi giorni riportato alla luce una tomba ancora sigillata da un muro di mattoni crudi e contenente un sarcofago intatto che, sulla base di elementi stilistici, è stato datato alla XVII dinastia (1600 a.C. circa).
Il coperchio del sarcofago, infatti, è decorato con la tecnica detta “rishi” (dall’arabo “piuma”), con riferimento alle ali che proteggono il corpo del defunto dipinte sul coperchio stesso.
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La formula d’offerta riportata su di esso ci informa che il defunto era un uomo chiamato Neb. Il sarcofago mantiene ancora i suoi brillanti colori originali e anche il corpo al suo interno sembra essere ben conservato. La sua camera funeraria fu scavata nella roccia e nel conglomerato a circa 4 metri di profondità, ed è stata individuata nel cortile della tomba di Djehuty, dove sono venuti alla luce altri due pozzi funerari già saccheggiati. Ancora una volta Dra Abu el-Naga si conferma come luogo prescelto di sepoltura della famiglia reale tebana e della sua corte, durante l’ultima fase del Secondo Periodo Intermedio.
Il ritrovamento aiuterà a meglio comprendere un periodo storico fondamentale per l’antico Egitto, che segna il passaggio da un paese diviso e parzialmente sotto dominazione straniera all’impero della XVIII dinastia.
Fonti: ANSAmed, Luxor Times, ABC.es